Tuesday, June 21, 2011

Ultima Festa del Papa' (The Last Father's Day) di Michele Alonzo

Bilingual post (English version follows)
Raffaele e Michele
 Non ricordo quante “Feste del Papà” ho celebrato con mio padre. Da bambino non molte di certo. Non perchè non volessi bene a mio padre, ma perche’ in fondo i genitori si prendono sempre un po’ per scontato. Quando sei piccolo vedi tuo padre come una guida e sei troppo giovane per riconoscerne ed apprezzarne i sacrifici. Crescendo, a volte ti sembra di essere mentalmente tanto distante da lui. Ma da adulto maturo poi ti senti di nuovo vicino, perchè capisci molte cose che prima non potevi capire e ti accorgi inoltre che con i tuoi figli sei in fondo spesso simile a quel padre che ora non hai piu’, e di cui hai solo ricordi, ricordi di un passato più o meno lontano.

In Italia la Festa del Papà non si festeggia a giugno, ma il 19 marzo. Quest’anno quella festa in Italia è caduta esattamente tre mesi prima. E, per una strana coincidenza, la Festa del Papà qui negli USA e' coincisa con un mese esatto dalla scomparsa di mio padre: Raffaele (in famiglia chiamato Lello). Mi sono perciò venuti alla mente quei ricordi di un passato più o meno lontano: le Feste del Papà di tanti anni fa mi fanno ricordare la semplicita’ e la frugalita’ di mio padre.

Ogni volta che accennavo a comprargli qualcosa per quel giorno, lui rispondeva sempre nello stesso modo “Non spendere soldi; mi basta un dopo barba o una piccola bottiglia di colonia qualsiasi”. A lui in realta’ piaceva un tipo in particolare: si chiamava “Tabacco d”Harar” che da tempo non e’ piu’ in commercio. Gli piaceva l’aroma speziato di quel profumo e ne metteva poche goccie ogni tanto, per cui una bottiglia gli durava quasi un anno intero. Così per alcuni anni, seguendo il suo consiglio ed anche il suo desiderio, ho continuato a rimpiazzare quella semplice bottiglia di colonia che costava solo poche migliaia di vecchie lire dei risparmi personali. Lui era sempre contento perche’ non spendevo molto, ed io mi sentivo soddisfatto di avergli dato qualcosa che avrebbe usato con piacere ogni volta.
His Favorite Cologne

Il 19 marzo di quest’anno, come ogni anno, l’ho chiamato a telefono per fargli gli auguri; era qualche settimana prima che fosse ricoverato in ospedale per la sua grave malattia, che ultimamente lo aveva debilitato enormemente. Non gli ho dato regali questa volta, ma dopo gli auguri, gli ho detto di darsi coraggio, pensando in me stesso che quella era probabilmente la sua ultima “festa”. Piu’ che di regali, aveva bisogno di forza morale e parole di fiducia per una battaglia che aveva combattuto gia' a lungo. Fu una telefonata di pochi minuti, una breve conversazione, semplice ma significativa, come semplice e significativa era quella bottiglia di “Tabacco d”Harar” che lui aveva ricevuto per tanti anni. Purtroppo quella e’stata una delle ultime conversazioni di piacere avute con lui.

Quando due mesi dopo sono ritornato nella mia città natale per dargli l’ultimo saluto al suo funerale, volevo portare con me qualcosa che simbolicamente restasse con lui per sempre, anche dopo la morte.

Mio padre conservava tutto, ma non è mai stato un collezionista. Tuttavia negli ultimi anni aveva cominciato a raccogliere monete di tanti paesi al mondo e di ogni tipo: vecchie, nuove, piccole, grandi, in corso e fuori corso. Le metteva persino in cornici di legno costruite da lui stesso. Lo scorso Natale mi aveva dato alcune delle sue vecchie monete d’argento di 500 lire degli anni ’60, di quando io ero bambino. Le aveva pulite con cura, prima di arrotolarle nella carta. Così giusto un mese fa, poche ore prima di salire sull’aereo che mi avrebbe condotto a Napoli, ho messo nella mia valigia due grosse monete americane da 50 centesimi. Erano per lui. Èd è ciò che ho deposto nella sua bara il giorno del funerale. Due monete da 50 centesimi: semplici, modeste, ma significative, che lui avrebbe apprezzato proprio perche tali…. proprio come quella vecchia bottiglia di speziato “Tabacco d’Harar”.

500 lire Silver Coin
English version


I don’t remember how many Father’s Days I have celebrated with my father. As a kid, certainly not so many. Not because I did not care for my father, but because kids often take parents for granted. When you are a little kid, you see your father as a guide, and are too young to recognize and appreciate his sacrifices. Growing up, sometimes you feel mentally distant from him. But then, as a mature adult, you feel yourself close to him again, because you understand many things that before you couldn’t; and you also realize that after all, with your kids you are very similar to that father you don’t have anymore, of whom you only have memories, more or less distant in time.

In Italy Father’s Day is not celebrated in June, but on March 19. This year that day in Italy fell exactly three months earlier. And, just by coincidence, Father’s Day in the USA has marked exactly one month from my father’s death: Raffaele (called Lello in the family). So, today some memories from past Father’s Days came to mind, days that remind me about the simplicity and frugality of my father.

Every time I offered to buy something for him on that day, he answered the same way: “Do not spend too much money; an after shave or a simple bottle of cologne is enough.” He liked a particular brand called “Tabacco d’Harar.” (They don’t make it anymore.). He liked the spicy fragrance of that cologne and he used just a few drops from time to time, so a bottle would last him an entire year. So, for a few years, following his advice and desire, I have continued to replace that simple bottle of cologne, which cost only a few thousand lire from my personal savings. He was happy that I did not spend too much and I was satisfied to give something that he would like and use with pleasure

March 19 of this year, as every year, I called him on the phone to wish him happy Father’s Day. It was a few weeks before he would be admitted to the hospital for his disease, which lately had impaired him enormously. I did not give him a present this time, but after the greetings, I told him to be strong and to keep up, thinking to myself that it was probably the last Father’s Day for him. More than any present, he needed moral support and words of reassurance for a battle he had already fought for a long time. It was a short conversation, simple but meaningful, like that bottle of “Tabacco d’Harar.” Unfortunately that was one of my last meaningful conversations with my father.
At a Restaurant in Naples (Summer 2009)

Exactly two months later I returned to my hometown to say goodbye for the last time at his funeral. I wanted to take something that would stay with him forever, even after death.

My father used to save everything, but has never been a collector. However, in the past few years, he started collecting coins from many countries in the world; coins of any kind: old, new, small, big, in circulation and out of circulation. He even used to put them in wooden frames that he built himself. Last Christmas he gave me some silver 500 lire coins from the Sixties, when I was a little kid. He had carefully polished them to remove the oxidation before putting them in some paper. So, exactly a month ago, a few hours before getting on the plane to Naples, Italy, I put two big 50 cent American coins in my suitcase. They were for him. That’s what I placed in his casket the day of the funeral. Two 50 cent coins: simple, modest, but meaningful, which he would have appreciated just as such… just like that simple, inexpensive bottle of spicy “Tabacco d’Harar”.